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Forest Bomb

18 luglio 2019

“A Sarbaggia” è il progetto e lo pseudonimo di Davide Scialò.
Davide Scialò con il supporto scientifico di Pieto Zucchetti (fondatore e presidente dell’Istituto italiano di Permacultura.

Nata in un primo momento come Architettura Sarbaggia, A Sarbagia diventa una “personalità”, un modus operandi necessario all’autore per oltrepassare i limiti imposti dalla civiltà, dalla sua struttura sociale e dalla sua tendenza al controllo in netto conflitto con i patterns della natura, con le sue proporzioni e i suoi ritmi.

Mentre la nostra mente è cristallizzata sull’idea astratta di “paradiso/i celeste/i” la natura si concentra, si diversifica e si interconnette nel realissimo paradiso terrestre: la foresta! Il benessere e l’abbondanza si manifestano in termini di “concentrazione di vita diversificata e interconnessa”. Niente di più virtuoso è mai apparso su questa terra e pure è l’ecosistema più minacciato dall’azione umana e dalla crisi ambientale e climatica.

Le palline di argilla e semi del filosofo e botanico giapponese Masanobu Fukuoka hanno a tutti gli effetti fatto il giro del mondo. Agricoltori, artisti e perfino progetti governativi di reforestazione le hanno usate, lanciandole da terra o da elicotteri, per ridare vita la dove era stata tolta. La seconda grande rivoluzione dopo l’agricoltura nel rapporto uomo/natura è rappresentata dal lavoro di Fukuoka, cui ha fondato le sue basi la permacultura. Da allora molto si è mosso nella direzione indicata da questo precursore e visionario giapponese, in particolar modo l’agricoltura sintropica, che come le palline di semi, ha per idea fondante la concentrazione, diversificazione e interconnessione di ENERGIA (semi e piante) in un piccolissimo spazio per creare appunto un’ESPLOSIONE, una BOMVA che ora prende il nome di FOREST BOMB: una bomba che esplode una foresta!

Davide Scialò nasce a Reggio Calabria nel 1988 da due bellissimi genitori che lavorano nel mondo dell’arte. Le immagini di schizzi progettuali, disegni anatomici, sculture luminose, studi imbrattati, luci soffuse e odori malsani si coagulano alle sue giornate infantili trascorse nei campi della selvaggia costa ionica calabrese dove trascorreva le domeniche e le vacanze estive. L’obbligo di andare a scuola e sottomettersi a necessità sociali non sentite proprie lo traumatizza a tal punto da maturare in lui la consapevolezza precoce di un conflitto tra natura/cultura, istinto/ragione, sentimeto/idea, e più in generale connessione/isolamento o realtà/astrazione.

Intraprende gli studi in architettura a Torino dove si fa notare per le sue doti creative e alle sue capacità tecniche nella modellazione parametrica 3d, grazie alle quali viene selezionato per un semestre di studio all’estero all’università Newyorkese Rensselaer Polytechnic Institute (Troy, NY) nel 2012 e successivamente alla collaborazione per la realizazione del China Vanke Pavilion disegnato dall’architetto Daniel Libeskind per Expo Milano 2015 presso Bodino Engineering nel 2014/2015.

Parallelamente agli ultimi progetti dalla connotazione “Parametrica” cresce in lui una sensibilità per la bellezza delicata ed effimera quale quella descritta dal Wabi-Sabi (l’arte dell’imperfezione) giapponese e l’architettura vegetale e profondamente ecologica. Per tali motivi, oltre ad alcune esperienze tra Taiwan e Giappone, si trasferisce in Messico e lavorare per Kima Collectivo nella realizzazione di architetture in bambù per sei mesi, successivamente decide di dedicarsi allo studio degli Eco-villagi e alla permacultura.

Attualmente lavora alla realizzazione di una Food Forest Garden a Marina di San Lorenzo, RC, Italia.

Pietro Zucchetti è il fondatore e coordinatore dell‘Istituto Italiano di Permacultura.

Ha esperienza nella progettazione di sistemi di permacultura urbana e, nel suo podere in Italia, “The Rainbow Tree” progetta e vive applicando i principi di progettazione. Pietro vanta un ventaglio di corsi di formazione in diverse discipline legate alla permacultura come: agricoltura rigenerativa, forest garden, gestione forestale sostenibile, ceduazione, potatura alberi da frutto antichi, l’apicoltura e l’arboricoltura.

Ha conseguito una laurea in Scienze Ambientali e il Diploma in Design di Permacultura Applicata. Inoltre è annoverato nella rosa del docenti del Permaculture Research Institute of Australia. Pietro si dedica alla progettazione e la gestione di piccole aziende agricole di permacultura e alla ricerca di come una famiglia possa diventare autosufficiente avendo a disposizione spazi ridotti. Utilizza un approccio di agricoltura rigenerativa coniugato con l’agricoltura naturale. Vive in Italia, nella sua proprietà totalmente permaculturale.

La filosofia dell’Istituto Italiano di Permacultura consiste nel lavorare con la natura anziché contro di essa, guardando ai sistemi in tutte le loro funzioni (in modo olistico), piuttosto che guardando solamente ad uno di essi e permettendo ai sistemi di mostrare la propria evoluzione. Per promuovere la permacultura in Italia attraverso l’educazione, la ricerca e la consulenza, l’Istituto Italiano di Permacultura si propone come interlocutore di Comuni, Provincie, Regioni, Comunità Montane e di Enti pubblici e privati al fine di un più razionale riassetto del territorio.